Lo sviluppo tecnologico seguito in Europa alla prima
rivoluzione industriale, come pure l'interesse per la
scienza manifestatosi negli ultimi anni dell'impero
napoleonico, influiscono profondamente sulla società
europea negli anni dopo la Restaurazione in ogni campo
della scienza: dalla matematica alla fisica, dalla
chimica alla biologia. Figure rappresentative di questa
epoca sono Alexander von Humboldt, Karl Friedrich Gauss,
Justus von Liebig in Germania, Jöns Jacob Berzelius in
Svezia, Andrè-Marie Ampère, Augustin Louis Cauchy,
Louis Joseph Gay-Lussac e Dominique Arago in Francia,
Friedrich Wilhelm Herschel e Michael Faraday in
Inghilterra, Hans Christian Oersted in Danimarca, Amedeo
Avogadro e Giovanni Battista Amici in Italia. Le
università ed i politecnici formano giovani sulla base
della nuova acquisizione della scienza: si forma così un
gruppo sempre più efficiente di tecnici, da un lato, e
dall'altro, di docenti ad ogni livello. Alcuni rimangono
presso le università attratti dal piacere e dalla
curiosità della ricerca. L'interesse per dibattere e
confrontare i risultati scientifici spinge gli studiosi
ad unirsi in associazioni scientifiche, come la Chemische
Gesellschaft in Germania, la Physical Society in Gran
Bretagna e la Sociètè Chimique in Francia. Esse
gestiscono prevalentemente la stampa di periodici per la
pubblicazione dei lavori e delle ricerche contribuendo
così alla diffusione della scienza nel mondo. Le
accademie, di solito sotto la protezione munifica dei
sovrani, nei secoli XVII e XVIII, accolgono scienziati di
varie discipline, consentendo loro di realizzare
esperienze e soprattutto di discutere i risultati anche
tra specialisti di varie aree della scienza.
Alla loro azione di promozione della ricerca e di tutela dell'immagine
del ricercatore scienziato, si deve il progresso scientifico e tecnologico
esploso al principio del XIX secolo. I cultori delle scienze sono
ormai troppo numerosi per esporre e dibattere i propri risultati nell'ambito
delle accademie e delle società scientifiche. Sono queste condizioni
a suscitare in Germania un movimento che porterà a realizzare delle
riunioni annuali di professori e cultori di scienze naturali, a cominciare
dal 1822 per iniziativa del naturalista Lorenz Oken e con l'appoggio
dei Principi tedeschi. Segue la Gran Bretagna, ove la Association
for the Advancement of Sciences, tiene la sua prima riunione a York,
nel 1832, sotto la presidenza del fisico David Brewster. L'Italia,
dal punto di vista politico, si può paragonare in quegli anni
alla Germania, dove pur non esistendo, come in Francia e in Inghilterra,
un forte stato unitario, vi è però una forte coscienza nazionale.
In Italia, dove coesistono il Regno di Sardegna, il Regno Lombardo
Veneto-Trento e Trieste, il Regno delle due Sicilie, gli Stati della
Chiesa, il Granducato di Toscana, il Ducato di Modena, il Ducato di
Parma, Piacenza e Guastalla, gli interessi stranieri non permettono
nemmeno una forma associativa tra i vari Stati. Tuttavia, un gruppo
di eminenti uomini di Scienza e di Lettere, di fronte ai risultati
così promettenti delle riunioni degli scienziati tedeschi, aperte
anche agli ospiti stranieri, prende l'iniziativa di seguire questo
esempio e convoca a Pisa, per l'autunno 1839, la prima Riunione degli
scienziati italiani, celebrata anche dal Giusti, nei noti versi: Di
sì nobile congresso/ Si rallegra con sé stesso/ Tutto l'uman genere.
Promotori della riunione sono: Carlo Luciano
Bonaparte (zoologo, nipote di Napoleone I), Vincenzo
Antinori (direttore dell'I. e R. Museo di Fisica e Storia
Naturale di Firenze), Giovanni battista Amici (fisico,
naturalista e astronomo di S.A.I. e R. il granduca di
Toscana), Gaetano Giorgini (provveditore generale dell'I.
e R. Università di Pisa), Paolo Savi (professore di
storia naturale all'Università di Pisa) e Maurizio
Bufalini (professore di clinica e medicina nell'I. e R.
Arcispedale di Firenze). La riuscita della manifestazione
si deve anche alla sensibilità di Leopoldo II Granduca
di Toscana. Alla riunione partecipano 421 scienziati,
docenti universitari e tecnici di varia formazione,
ingegneri appartenenti ad istituzioni civili e militari,
medici, agronomi. Sebbene i tempi avversi e l'ostilità
dei governi che tiranneggiano l'Italia non consentano di
costituire un sodalizio stabile, il ripetersi delle
riunioni concorrono alla formazione di quell'unità
spirituale della Nazione, premessa e fondamento della
successiva unità politica.
E di ciò danno conferma gli Atti delle riunioni e le
testimonianze degli scrittori del tempo, italiani e
stranieri. Le nove riunioni tenute nel XIX secolo sono,
nell'ordine, presiedute da: Ranieri Gerbi (Pisa, 1839);
Alessandro Saluzzo di Monesiglio (Torino, 1840); Cosimo
Ridolfi (Firenze, 1841); Andrea Cittadella Vigodarzere
(Padova, 1842); Antonio Mazzarosa (Lucca, 1843);
Vitaliano Borromeo (Milano, 1844); Niccola Santangelo
(Napoli, 1845); Antonio Brignole Sale (Genova, 1846);
Andrea Giovannelli (Venezia, 1847). Ai governanti non
sfugge il rilievo delle tematiche dibattute in queste
assise anche perché i fermenti di indipendenza ed unità
non vengono più nascosti dagli scienziati e dagli uomini
di cultura. Durante la IX riunione del 1847, la polizia
austriaca espelle Carlo L. Bonaparte da Venezia e dopo
dieci giorni, invece dei quindici programmati, vieta il
proseguimento dei lavori. detto intervento prima, le
rivoluzioni, poi, ed infine la guerra del 1848-49, che
coinvolge tutta l'Italia, impedisce la prosecuzione delle
attività congressuali, anche dopo la restaurazione del
1849. Solo poco dopo la proclamazione del Regno
d'Italia, esattamente 14 anni dopo la riunione di
Venezia, a Firenze, nel periodo fine settembre - primi di
ottobre 1861, si tiene un congresso straordinario,
presieduto da Cosimo Ridolfi. A Siena, dal 14 al 28
settembre 1862, si svolge la X riunione, presieduta dal
filosofo e scrittore Terenzio Mamiani della Rovere, per
celebrarvi la tanto sospirata unificazione. In questa
adunanza, il sommo Stanislao Cannizzaro propone di
costituire la Società italiana per il progresso delle
scienze per rendere stabili e regolari le riunioni degli
scienziati italiani.
Caratteristica delle riunioni, itineranti per gli
atenei della Penisola, è la larga partecipazione del
pubblico colto a fianco di studiosi tra i più famosi e
maestri insigni. Il regolamento della Società è
approvato a Palermo, nel 1875, nel corso dei lavori della
XII riunione degli scienziati italiani: esso, fra
l'altro, consente l'accesso alle donne. Sorta sotto i
favorevoli auspici risorgimentali, la Società italiana
per il progresso delle scienze, dopo tale riunione rimane
a lungo inoperosa, soprattutto a causa
dell'internazionalismo astratto e del particolare periodo
storico attraversato dal Paese. In occasione del
Congresso dei naturalisti italiani, indetto a Milano, il
15 settembre 1906, viene definitivamente ricostituita la
Sips con un nuovo statuto, nato dal prepotente bisogno di
promuovere nel Paese il progresso, la coordinazione e la
diffusione delle scienze e delle loro applicazione e di
favorire i rapporti e la collaborazione fra i cultori di
esse. La ricostituita Società, nel primo decennio del
secolo XX tiene la I, la II e la III riunione
rispettivamente a Parma (1907), a Firenze (1908) ed a
Padova (1909) sotto la presidenza del celebre matematico
Vito Volterra che, peraltro, partecipa a quasi tutti i
consigli di presidenza della Società, sino alla seduta
del 9 gennaio 1926. Con R.D. 15 ottobre 1908, n. DXX
(G.U. del 9 gennaio 1909, n. 6) la Società italiana per
il progresso delle scienze è eretta in ente morale. Le
assise di Napoli del 1910 e di Roma del 1911 sono
presiedute dal chimico Giacomo Ciamician.
Vittorio Scialoja, giurista e uomo politico, presiede la
VI Riunione di Genova e la VII di Siena. L'istologo e
patologo Camillo Golgi, premio Nobel per la medicina del
1907, presiede la Società negli anni 1913-1916.
Nell'arco di tempo che va dal 1917 ai giorni nostri,
grazie alle lungimiranti presidenze di Ferdinando Lori,
Raffaele Nasini, Pietro Bonfante, Carlo Somigliana,
Filippo Bottazzi, Giancarlo Blanc, Mariano D'Amelio,
Lucio Silla, Francesco Saverio Nitti, Vincenzo Arangio
Ruiz, Gaetano Martino, Antono Carrelli, Daniel Bovet e
Arnaldo M. Angelini, le riunioni della Società italiana
per il progresso delle scienze diventano palestre aperte
a tutte le idee fondate sul metodo della ricerca e della
sperimentazione in diretto rapporto con le esigenze umane
e contribuiscono al processo di integrazione delle due
culture. L'attività culturale e scientifica svolta dalla
Società italiana per il progresso delle scienze è assai
apprezzata da accademie, istituzioni di cultura, società
consorelle, associazioni scientifiche e professionali
varie. Nel 1937, Guglielmo Marconi, interprete anche di
precedenti voti del Direttorio del CNR, consente alla
Società di trasferire i propri uffici presso il
Consiglio Nazionale delle Ricerche. Dal Registro verbali
del Consiglio di presidenza della Sips del 16 gennaio
1937, tenutosi presso la Banca d'Italia, stralciamo (É)
S.E. Mariano D'Amelio (presidente) informa le EE. Enrico
Fermi e Pietro Rondoni (vicepresidenti), Lucio Silla
(segretario generale), Riccardo V. Ceccherini e Pietro
Teofilato (vicesegretari), Vincenzo Azzolini
(amministratore), Tito Rapi (economo), che dal l 1¡
gennaio, gli uffici della Società si sono trasferiti in
alcuni locali del II piano del nuovo Palazzo del
Consiglio Nazionale delle Ricerche; l'arredamento dei
locali è stato fatto a spese dell'amministrazione del
CNR, con l'obbligo del rimborso, da parte della Società,
in ragione di L. 5.000 annue.

https://www.youtube.com/watch?v=hdB7I3fvdu4
La Biblioteca sarà sistemata, per cura dell'ing.
Ceccherini, direttore della Biblioteca del CNR, negli
stessi locali della Biblioteca del Consiglio. Il
Presidente, a nome della società, rivolge un pensiero di
viva riconoscenza a S.E. Marconi, Presidente del CNR, che
volle concedere alla Società la gradita ospitalità nel
Palazzo del CNR, risolvendo così, nel modo più felice,
un problema che, da un trentennio, attendeva la
soluzione. In occasione della solenne celebrazione del I
Centenario della storica I Riunione, che si tenne a Pisa
nel 1939, la Sips pubblica ÒUn secolo di progresso
scientifico italiano, fondamentale opera in sette volumi,
che sintetizza mirabilmente cento anni di ricerca
scientifica e di esame dei rapporti tra i saperi
umanistico e scientifico. La Società italiana per il
progresso delle scienze svolge opera di sintesi
scientifica del più alto rilievo, caratterizzata
particolarmente dal contributo nel campo
dell'informazione e della sensibilizzazione dell'opinione
pubblica ai problemi culturali e scientifici mediante: a)
l'organizzazione di congressi, cui fa seguito la
tempestiva pubblicazione e diffusione dei volumi degli
Atti; b) la pubblicazione di Scienza e Tecnica, periodico
a carattere culturale e tecnico-scientifico. Le riunioni
della Sips mirano a migliorare e ad ampliare la
comprensione dei concetti, del linguaggio e del metodo
scientifico, stimolando riflessioni sulle relazioni
fondamentali che pongono in risalto il carattere unitario
della scienza. L'opera di promozione del progresso, della
coordinazione e della diffusione delle scienze e delle
loro applicazioni è regolata dagli statuti approvati
rispettivamente con: R.D. 29 ottobre 1908, n. DXXII,
pubblicato dalla G.U. 12 gennaio 1909, n. 8; R.D. 11
maggio 1931, n. 640 (G.U. 17 giugno 1931, n. 138); R.D.16
ottobre 1934 - XII, n. 2206 (G.U. 28 gennaio 1935, n.
23); D. L. gt. 26 aprile 1946, n. 457 (G.U. edizione
speciale - 10 giugno 1946, n. 1339) è registra
un'articolazione dell'attività della Sips in tre classi
e, precisamente:
Classe A: matematica,
matematica attuariale, astronomia, geodesia, fisica,
geofisica, meteorologia, chimica, ingegneria, geografia,
geologia, mineralogia. Classe B: biologia vegetale
(morfologia, fisiologia, genetica, patologia,
microbiologia); biologia animale (morfologia, fisiologia,
genetica, patologia, microbiologia, entomologia);
zootecnica; antropologia, etnologia. Classe C: scienze
giuridiche, economiche, sociali; archeologia, filologia,
glottologia, filosofia, psicologia, storia, storia delle
scienze, storia delle religioni; educazione scientifica;
teleradiocinematografia per ricerche e dimostrazioni
scientifiche. Con la XLIX riunione di Siena (1967),
dedicata ai problemi della conservazione della natura e
del patrimonio artistico-archeologico, la Società
italiana per il progresso delle scienze inizia la prassi
di incontri multidisciplinari per l'approfondimento di
problematiche quali: le risorse energetiche dell'Italia
(Pescara/Chieti, 1969); le alte velocità lo spazio e il
tempo e l'uomo (Pugnochiuso, 1971); i trasporti e loro
riflessi sociali ed ecologici (Padova, 1973).
Con il DPR del 18
giugno 1974, n. 434 (G.U. 20 settembre 1974, n. 245), la
Sips modifica il proprio statuto stabilendo, fra l'altro,
di fondare la sua azione sulla compartecipazione delle
varie competenze culturali ispirate ai centri di
interesse che caratterizzano in modo attuale le
problematiche della società contemporanea, per cui,
adegua la sua attività secondo alcune direttrici che
rispondono spiccatamente alle esigenze dei nuovi tempi, e
cioè:
a) organizzare incontri multidisciplinari per la
discussione di problematiche di viva ed immediata
attualità che incidono più fortemente sugli interessi
socioeconomici e culturali del Paese;
b) collegare il mondo della cultura, della scienza e
della ricerca a quello degli operatori economici,
industriali ed agricoli;
c) divulgare corrette notizie in campo tecnico e
scientifico fra strati sempre più vasti dell'opinione
pubblica;
d) mantenere relazioni con istituzioni accademiche e
scientifiche nazionali ed estere, al fine di esplicare
un'azione di valorizzazione della cultura, della scienza
e della tecnica del nostro Paese.
Conseguentemente le riunioni successive dibattono
tematiche interdisciplinari come l'elaborazione
elettronica nel mondo moderno (Pisa, 1975); le risorse
ambientali della nutrizione (Brescia, 1977); le scienze
per la qualità della vita (Torino, 1979); la città come
sistema (Lecce, 1981); scienza, industria e politica di
fronte ai problemi della società (Ancona, 1983);
evoluzione demografica e prospettive ambientali (Parma,
1985); il mare nella vita dell'uomo (Genova, 1987),
l'età della Rivoluzione ed progresso delle scienze
(Bologna, 1989), l'acqua: situazione attuale e
prospettive (Catania, 1991); aspetti innovativi nel
progresso delle scienze biologiche (Viterbo, 1993);
l'uomo tra natura e cultura (Urbino, 1995); la scienza
per i beni culturali (Roma, 1997). Stante il graduale
aumento dell'attività culturale e la sempre maggiore
frammentazione della scienza in molteplici indirizzi di
ricerca, le riunioni della Sips costituiscono una valida
opportunità per gli studiosi di discutere sulle nuove
tendenze e scoperte scientifiche. Peraltro, il carattere
interdisciplinare delle manifestazioni promosse dalla
Sips è assai apprezzato, specialmente oggi che molte
discipline convergono nello studio delle relazioni
fondamentali che sottolineano i confini sempre più
variabili del mondo fisico. E' da rilevare che la
costante attività di ricerca e di elaborazione culturale
portava la Società italiana per il progresso delle
scienze a patroncinare, nel 1919, l'iniziativa di
Ferdinando Martini di dare all'Italia un'Enciclopedia
nazionale affidando a Vito Volterra il compito di seguire
gli sviluppi scientifici del progetto ed a Bonaldo
Stringher quelli finanziari. La Società, poi, ha
partecipato direttamente o indirettamente, con aiuti
materiali e morali alla vita di numerosi istituti, parte
da essa stessa creati: il Comitato Talassografico
Italiano, il Comitato Glaceologico Italiano, l'Istituto
di Studi per l'Alto Adige, l'Istituto di Studi
Legislativi e la Fondazione Scialoja per gli Studi
Giuridici. E' altres concretamente operosa
nell'Istituto di Studi Adriatici, nell'Istituto di Studi
Italiani a Praga, nell'Istituto di Paleontologia Umana di
Firenze, nell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo e
nella Bibliografia italiana. Ha amministrato, infine, tre
fondazioni rette da appositi statuti e cioè: la
Fondazione Marconi, la Fondazione Giacomo Ciamician per
lavori di Chimica pura ed applicata e la Fondazione
Massimo Piccinini. Quanti dessero - sulla scorta delle
poche notizie esposte - uno sguardo d'insieme alla vita
della Sips, potrebbero con piena fondatezza e sicurezza
concludere che, essa, è sostanzialmente un organismo
compatto, vivo ed operante, grazie soprattutto alla
collettività dei soci e di vividi ingegni che, si sono
affiancati all'Istituzione con spirito di comprensione e
con intenti di cordiale collaborazione dando impulso
all'organizzazione delle riunioni, alla pubblicazione e
diffusione dei volumi degli Atti che da più di un secolo
e mezzo rappresentano una delle maggiori voci nel
panorama della cultura e della scienza. |